sabato 31 marzo 2012

La parabola del seminatore. Tu di quale terreno fai parte?


Questa parabola è stata prima raccontata e poi spiegata da Gesù stesso; tanto è importante questa
parabola quanto è semplice da comprendere.
L'Apostolo Paolo nella seconda epistola ai Corinzi (II Corinzi 13:5) fa questa esortazione: “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi.
“I credenti sono chiamati continuamente a verificare se sono ancora nella fede e questa parabola
è tra i passi che servono a tale scopo, non devono ignorarla, anzi devono meditarla attentamente.
Il Signore, con questa parabola, ha mostrato che ci sono quattro categorie di persone: la prima sono gli increduli e tali eravamo tutti noi prima che il Signore ci purificasse con il suo sangue, per mezzo della fede; la seconda sono coloro che credono ma poi si traggono indietro quando la
loro fede viene messa alla prova; la terza sono coloro che continuano a frequentare la comunità e i fratelli, ma dentro di loro la Parola di Dio è soffocata; la quarta è quella che rappresenta i fedeli perseveranti nella fede secondo la Parola di Dio, con un cuore dato completamente al Signore.
La parabola del seminatore raccontata e spiegata da Gesù.[Luca 8:4-8]
Or come si raunava gran folla e la gente d'ogni città accorreva a lui, egli disse in parabola: Il seminatore uscì a seminar la sua semenza; e mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada, e fu calpestato e gli uccelli del cielo lo mangiarono.Ed un'altra cadde sulla roccia; e come fu nato seccò perché non avea umore.Ed un'altra cadde in mezzo alle spine; e le spine, nate insieme col seme, lo soffocarono.Ed un'altra parte cadde nella buona terra; e nata che fu, fruttò il cento per uno.
Dicendo queste cose, esclamava: Chi ha orecchi da udire, oda.[...][Luca 8:11-15] Or questo è il senso della parabola:
Il seme è la parola di Dio.Quelli lungo la strada son coloro che hanno udito; ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal cuor loro, affinché non credano e non siano salvati.
E quelli sulla roccia son coloro i quali, quando hanno udito la Parola, la ricevono con allegrezza; ma costoro non hanno radice, credono per un tempo, e quando viene la prova, si traggono indietro.E quel ch'è caduto fra le spine, son coloro che hanno udito, ma se ne vanno e restan soffocati dalle cure e dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità.E quel ch'è in buona terra, son coloro i quali, dopo aver udita la Parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portan frutto con perseveranza.[vedi anche: Matteo 13:1-23 e Marco 4:1-20]
La Parola lungo la strada:
Gl'increduli.Quando si annunzia l'Evangelo ad una persona incredula, il diavolo cerca in tutti i modi di impedire che questa persona creda, perché sa che se la Parola di Dio penetra nel suo cuore, questi crede e il Signore lo salva strappandolo dal regno delle tenebre, trasportandolo nel regno della luce.
Molteplici sono i modi mediante il quale il maligno si oppone affinché l'incredulo non intenda la Parola di Dio e sia salvato. Un esempio a conferma del fatto che il diavolo si oppone affinché le anime non si convertano a Dio è riportato da Luca nel passo di Atti 13:8-10: “Ma Elima, il mago (perché così s'interpreta questo suo nome), resisteva loro, cercando di stornare il proconsole dalla fede. Ma Saulo, chiamato anche Paolo, pieno dello Spirito Santo, guardandolo fisso gli disse: O pieno d'ogni frode e d'ogni furberia, figliuol del diavolo, nemico d'ogni giustizia, non cesserai tu di pervertir le diritte vie del Signore?“Spesso i credenti sono chiamati a rispondere riguardo alla loro fede e ad annunziare l'Evangelo; è utile sapere, pertanto, che contro il popolo di Dio agiscono le forze del male per far sì che le persone che ascoltano la Parola non credano.
I credenti devono contrastare questa azione del maligno perseverando nella preghiera, chiedendo a Dio del continuo, tra le altre cose, che salvi le persone che sono state evangelizzate e le preservi dal maligno.Fratelli, non dobbiamo ignorare le macchinazioni del diavolo.
La Parola sulla roccia: I credenti che si traggono indietro.In taluni casi gli increduli ricevono e accettano la Parola appena viene loro annunziata. Ma, quando la loro fede viene messa alla prova con la persecuzione e la tribolazione, non essendo fortificati nella fede, questi si traggono indietro.È importante accettare la Parola di Dio ma lo è altrettanto crescere ed essere fortificati nella fede, per non venire meno.
La fede si fortifica perseverando nella preghiera senza stancarsi, nella meditazione della Parola di Dio, anelando continuamente la presenza di Dio. Se un credente non prega, non medita la Parola di Dio, egli non si fortifica spiritualmente, non impara a discernere le cose dello spirito, quindi non è pronto per affrontare le prove della sua fede, che certamente arriveranno, finirà indubbiamente per trarsi indietro.
Leggiamo cosa dice la Parola in Giacomo 1:2-3, 12: “Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. ... Beato l'uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l'amano.“La mia richiesta a Dio per coloro che hanno creduto da poco tempo è che il Signore li fortifichi nella fede, nella speranza e li faccia abbondare nella carità.
La Parola sul terreno spinoso: I credenti soffocati dalle sollecitudini di questo mondo.Le spine che affogano la Parola di Dio sono:
le cure mondane o sollecitudini di questo secolo (Matteo 6:25 – Luca 21:34) possono essere le gozzoviglie, le feste, le ubriachezze, i cosiddetti divertimenti e piaceri della vita in genere, anche se ritenuti innocui; il lavoro, anche se necessario, talvolta può soffocare la Parola di Dio
se si dedica ad esso tempo eccessivo, o si lavora anche in momenti inopportuni (Luca 10:38-42), anche per affermarsi sul lavoro; il tempo speso davanti alla televisione, al teatro, al cinema, nel leggere libri mondani, cose, queste, di nessuna utilità per la fede; qualsiasi altra attività mondana che non edifica il credente ma lo impoverisce spiritualmente;l'inganno delle ricchezze, sì perché ci sono dei credenti, anzi addirittura movimenti interi di credenti, i quali tendono a diventare ricchi non in fede ma di vil denaro; costoro predicano un particolare messaggio detto “della prosperità“; a tutti coloro che desiderano diventare ricchi economicamente, l'Apostolo Paolo dice nella prima lettera a Timoteo cap. 6 versetto 9: “Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. ...“ Gesù e gli Apostoli erano poveri di denaro ma ricchi in fede e di Spirito santo;le cupidigie delle altre cose, cioè tutti quegli intensi desideri rivolti verso cose o persone, sia per motivi puri che impuri; i desideri della carne.
Queste ed altre cose, penetrando dentro il cuore dei credenti rendono infruttuosa la Parola di Dio.
Inoltre, in un altro passo della Parola di Dio i credenti che fanno parte di questo terreno sono paragonati a degli alberi che non producono frutto e rendono addirittura improduttivo il terreno.
La Parola sulla buona terra: I credenti che odono la Parola e la mettono in pratica.Qui troviamo i credenti che odono la Parola e la ritengono in un cuore onesto e buono, portando frutto con perseveranza.Sono coloro che amano il Signore Iddio con tutto il cuore; che hanno il cuore pieno di fede; che fanno ogni cosa con letizia e semplicità di
cuore; obbediscono di cuore ai comandamenti del Signore; hanno gli occhi del loro cuore benilluminati e sanno a quale speranza Iddio li ha chiamati; cantano di cuore a Dio, amano i fratelli di cuore, intensamente e non con un amore finto.In Romani 7:4 sta scritto: “Così, fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla legge mediante il corpo di Cristo, per appartenere ad un altro, cioè a colui che è risuscitato dai morti, e questo affinché portiamo del frutto a Dio.“Noi che apparteniamo a Cristo siamo chiamati a portare frutto; ma cosa si deve intendere per “frutto“? La Parola di Dio ci ammaestra anche su cosa si intende per portare frutto; l'Apostolo Paolo dice ai Romani: (Romani 6:22) “Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi
avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna.“Agli Efesini scrive: (Efesini 5:9-10) “Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia accetto al Signore."
In Colossesi 1:10 sta scritto: “affinché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio;“Ancora in Tito 3:14: “Ed imparino anche i nostri ad attendere a buone opere per provvedere alle necessità, onde non stiano senza portar frutto.“E ancora in Filippesi 4:16,17 sta scritto: “poiché anche a Tessalonica m'avete mandato una prima e poi una seconda volta di che sovvenire al mio bisogno.
Non già ch'io ricerchi i doni; ricerco piuttosto il frutto che abbondi a conto vostro.“La Parola di Dio ci mostra che per frutto si intendono la santificazione e le buone opere, quindi noi credenti abbiamo l'obbligo di santificarci e di compiere opere buone, con un cuore allegro e con perseveranza, senza stancarci.Ringraziato sia Dio che sempre porta a
compimento la sua opera.
Conclusioni.
Gli Anziani delle comunità, tra gli altri, hanno il dovere di: evangelizzare i non credenti, fortificare coloro che hanno creduto, che sono ancora deboli e prepararli a far fronte alle persecuzioni ed alle tribolazioni che per certo giungeranno; edificare la Chiesa di Cristo, per far arrivare tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figliuolo di Dio, affinché tutti giungano ad essere degli uomini compiuti in Cristo, crescendo in ogni cosa verso Colui che è il capo, cioè Cristo.
Purtroppo oggigiorno ho visto che questo viene fatto da pochi Anziani; dico questo a vergogna di coloro che si fregiano del titolo di Anziano, ma non portano a compimento il proprio dovere.Inoltre, esorto voi, fratelli semplici, a fortificarvi nella fede studiando la Parola di Dio perseverando nel contempo nella preghiera senza stancarvi, ricordandovi sempre di coloro che vi ammoniscono, vi esortano e vi ammaestrano nella Parola.
Ecco solo alcune delle cose su cui meditare per mezzo di questa parabola

giovedì 8 marzo 2012

Risposte ai miei amici cattolici

Perché voi evangelici non venerate le immagini?
Ciò che maggiormente distingue i cristiani evangelici è l'insistenza con cui si afferma che ognuno
deve conoscere Dio in modo personale, e poi che deve avere un rapporto continuo
con Lui, personalmente, non attraverso immagini. Uno dei temi maggiori della Bibbia è il rifiuto da parte di Dio di far costruire delle immagini da adorare.
Nel secondo comandamento Iddio ordina: "Non ti fare scultura alcuna né immagine... non ti
prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro" (Esodo 20:4-6). Alcuni affermano che se si dovesse osservare letteralmente il secondo comandamento, non si potrebbe avere neppure le foto delle persone care. La Bibbia ci spiega al contrario, che le immagini proibite sono quelle cui offriamo un culto di venerazione: "Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure per
prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l'Eterno l'Iddio vostro (Levitico 26:1).
Altri dicono che questo comandamento ha valore solo per le immagini pagane, ma invece vediamo che:
a) Mosé spiegò agli Ebrei, il popolo di Dio di quel tempo, e non ai pagani, che Dio non si era
mostrato quando parlava loro, appunto perché non facessero di lui alcuna immagine: "Vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita" (Deuteronomio 4:15-16;
leggete anche i versetti 17-19).
b) Iddio lodò il re degli Ebrei per aver distrutto un serpente di rame innalzato precedentemente per suo chiaro ordine, ma non per venerarlo.
Molti anni dopo averglielo fatto costruire, Dio ritenne opportuno distruggerlo perché si era
cominciato a venerarlo.
Altri ancora sostengono
che le immagini erano proibite soltanto durante il periodo dell'Antico Testamento, e che siano accettabili ora che viviamo nel tempo del Nuovo Testamento. A questi ultimi rispondiamo che anche il Nuovo Testamento parla molto delle immagini, e sempre contro di esse, proprio come nell'Antico Testamento. In uno degli ultimi brani del Nuovo Testamento leggiamo:
"Figlioletti, guardatevi dagli idoli" (1 Giovanni 5:21). "Perciò cari miei fuggite l'idolatria" (1 Corinzi 10:14). Vedi anche 1 Corinzi 6:9; 10:7-14; Atti 7:39-42; 17:16-29; Romani 1:23; 1 Pietro 4:3; Apocalisse 2:14; 9:20; 21:8; 22:15.
La chiesa cristiana dei primi secoli non usava immagini. Queste entrarono nelle chiese per uso
ornamentale alla fine del terzo secolo. Nel quinto secolo furono usate per istruire, e in seguito considerate come sacre. Vennero poi accettate dal Consiglio di Nicea nel 787 e da quello di Trento nel 1562 d.C.
Il fatto che la Bibbia contenga non pochi, ma moltissimi passi che proibiscono le immagini, rende
chiaro che questo è un soggetto di grande importanza per Dio.
Chi vuole approfondire leggendo tutti i seguenti versetti si renderà conto da sé stesso quanto sia
peccaminoso usare immagini: Salmo 115:4-9; Isaia 44:8-20: Geremia 10:3-16; Esodo
23:24; 32; 34:13; Levitico 19:4; 26:30; Numeri 33:52; Deuteronomio 5:8-9; 9:12-17; 16:21-22; 27:15; 2 Re 17:9-16; 2 Cronache 33:19,22; 34:3-4; Salmi 78:58; 97:7; 106:19-20; 135:15-18; Isaia 8:19; 10:10-11; 30:22; 31:6-7; 42:8-17; 45:20; 46:6-7; Ezechiele 16:17; 30:13; Daniele 3:1-18; Osea 11:2; 13:2-4: Michea 1:7; 5:12-13; Habacuc 2:18-20.
Dio ci ama e vuole avere la nostra amicizia, la nostra comunione, la lode, l'onore, la venerazione
e l'adorazione. Egli dice di essere geloso dei nostri affetti. Come si sentirà quando li rivolgiamo invece a una statua o immagine di un qualsiasi santo? È altresì un'offesa grande affermare che Dio è meno compassionevole dei santi come implica l'esempio comunemente usato dai cattolici.Essi dicono: "Un uomo desidera un posto di lavoro in una certa fabbrica. Questi, non conoscendo il direttore, si reca da suo zio che gli vuole bene e che è amico intimo del
direttore, ottenendo per mezzo di lui il posto ambito". Nell'esempio, i santi sono paragonati allo zio che ci vuole bene, mentre Dio è raffigurato nel direttore che non pensa neppure a noi. Questo pensiero è gravissimo. In verità è Dio che ci ama e ci conosce, ed egli vuole che ci accostiamo direttamente a lui.
La Bibbia afferma: "Perché non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno (Cristo) che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:15-16; vedi anche Efesini 3:12).Quanto detto porterà ad una domanda:
Credono i cristiani evangelici nei santi?
Sì. Noi cristiani evangelici crediamo nei santi, ma nel modo in cui ne parla la Bibbia e ciò è
completamente diverso dal tradizionale concetto cattolico. Proprio perché li crediamo cerchiamo di obbedire a quello che essi scrissero nella
Bibbia.
La Bibbia dice che tutti i credenti sono santi, perché santificati per mezzo del sacrificio di Gesù
Cristo. La parola "santo" nel Nuovo Testamento viene usata per indicare i credenti come gruppo e non per distinguere una persona dalle altre perché più pura o perché fa miracoli, anche se alcuni li hanno fatti. Inoltre, noi non preghiamo i santi e non offriamo loro venerazione, perché:
a) la Bibbia dice:
"Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca 4:8);
b) nella Bibbia non troviamo nessun caso di qualcuno che lo abbia fatto, né nessuna indicazione che bisogna farlo;
c) nella Bibbia leggiamo che né gli uomini, né gli angeli di Dio permisero ad alcuno di prostrarsi loro dinanzi, anzi risposero che bisognava prostrarsi solo davanti a Dio: "E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi, e l'adorò. Ma Pietro lo rialzò dicendo: Levati, anch'io sono uomo!" (Atti 10:25-26). Vedi anche Atti 14:15 e Apocalisse 22:8-9;
d) i santi non possono essere nostri mediatori davanti a Dio, perché abbiamo un solo mediatore: Gesù Cristo. "Poiché vi è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede sé stesso quale prezzo di riscatto per tutti" (1 Timoteo 2:5-6, Giovanni 16:26-27).
e) l'apostolo Paolo, uno dei "santi", mostra chiaramente ai Filippesi che egli poteva essere loro di
aiuto soltanto vivendo (Filippesi 1:23-26).
Per rispondere
sull'argomento che i santi esaudiscano le preghiere facendo miracoli, ricordiamo
che ci sono due fonti di potere spirituale: Dio e le forze diaboliche. Dio dice
che non dobbiamo fare immagini. Quando i miracoli sembrano essere fatti dai
santi, e spingono le persone al culto di altri all'infuori di Dio, non possono
provenire da Dio. Inoltre, i miracoli vengono attribuiti lo stesso a coloro che
prima erano chiamati santi, ma che la stessa Chiesa Cattolica Romana adesso
afferma che non sono mai esistiti: Santa Filomena, per esempio, che fra l'altro
avrebbe guarito miracolosamente Papa Pio X. Recentemente altri santi sono stati
deposti.
Come si diventa santi
secondo la Bibbia, allora? Credendo in Gesù Cristo come Salvatore: "Noi siamo
stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta
per sempre" (Ebrei 10:10). Vedi anche Atti 26:18.
Da
dove nascono le differenze fra gli evangelici e la chiesa
cattolica?
La causa principale
delle differenze fra noi e i cattolici deriva dal fatto che i cristiani
evangelici accettano solamente la Bibbia come unica fonte per stabilire una
dottrina, mentre il cattolicesimo ad essa aggiunge la tradizione e le varie
decisioni della Chiesa Cattolica Romana.Anche in questi ultimi anni abbiamo
assistito a dei cambiamenti nell'ambito della Chiesa Romana. Il fatto di dire la
messa non più in latino, ma in italiano; di permettere la carne il venerdì; di
concedere una leggera colazione prima della "comunione"; ecc., pone in chiara
evidenza che questa Chiesa è suscettibile di cambiamento. Essa non può in ogni
tempo concordare in ogni punto con la Bibbia.Coloro che seguono la
tradizione non lo ammettono, ma nei secoli scorsi vi sono stati dei cambiamenti
in netto contrasto con l'insegnamento biblico, e per questo non possiamo
accettare ogni punto della dottrina cattolica romana.
Le ragioni per cui
accettiamo la Bibbia, anche quando essa diverge dalla tradizione opponendovisi,
sono le seguenti:
a) la Bibbia afferma la
sua ispirazione divina. "Ogni Scrittura è ispirata da Dio..." (2 Timoteo 3:16);
ispirazione accettata anche dalla Chiesa Cattolica Romana. Molte prove mostrano
che essa è veramente ispirata. Un esempio evidente sono le profezie adempiute;
b) la Bibbia afferma di
contenere tutto quello che è necessario per rendere perfetto il cristiano. Essa
dice: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto,
appieno fornito per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17). Non occorre perciò
aggiungere la tradizione;
c) nella sua seconda
lettera, l'apostolo Pietro dice che la Bibbia è più ferma di ciò che egli aveva
veduto e udito, perché scritta da uomini "sospinti dallo Spirito Santo" (2
Pietro 1:16-21).Perciò essa è più attendibile della tradizione umana. Il
Nuovo Testamento, è vero, parla di tradizione, ma sempre contro di essa. Gesù
ebbe a dire: "Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla
tradizione degli uomini... annullando così la parola di Dio con la tradizione
che voi vi siete tramandata" (Marco 7:8-13). Vedi anche Matteo 15:2-6; Colossesi
2:8; 2 Tessalonicesi 3:6; Galati 1:14.
d) alcuni sostengono
che la Chiesa Cattolica Romana sia la sola capace di interpretare la Bibbia.
L'apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché
esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose che egli insegnava
corrispondessero a verità (Atti 17:11). Se l'insegnamento di Paolo, apostolo e
testimone di Cristo, era subordinato alle Scritture (la Bibbia) molto di più
dovrebbe esserlo quello della Chiesa di oggi;
e) altri, appoggiando
la posizione della Chiesa Cattolica Romana, dicono che la Bibbia non contiene
tutto ciò che Gesù e gli apostoli insegnarono. Questo è vero, la stessa Bibbia
lo afferma; ma il fatto non autorizza a sostenere cose esplicitamente contrarie
a quanto scritto (Apocalisse 22:18-19; Marco 7:3-13). Abbiamo nella Bibbia tutto
ciò che basta per la nostra fede (Giovanni 20:30-31; 2 Timoteo
3:16-17).
È chiaro che le
differenze fra noi cristiani evangelici e la Chiesa Cattolica Romana vengono non
da interpretazioni diverse della Bibbia, o da Bibbie diverse, ma dall'aggiungere
la tradizione alla Bibbia per formare la dottrina cattolica romana.
Qual è la differenza più importante
fra i cristiani evangelici e i cattolici?
Noi evangelici seguiamo
l'insegnamento dato da Dio nella Bibbia a proposito della salvezza. Tutti siamo
peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati (Romani 3:23).Dio, nella sua
misericordia, ha provveduto questa salvezza nel suo Figliuolo, come dice il
Vangelo di Giovanni: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo
Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna" (Giovanni 3:16). Da soli non possiamo ottenere la salvezza. Infatti
sta scritto: "Poiché è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e
ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù d'opere, affinché nessuno
si glori" (Efesini 2:8-9). Nessuno sarà salvato per aver compiuto buone opere:
"Poiché per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto"
(Romani 3:20). Vedi Galati 2:16; 12-13; 5:4. Se fosse possibile essere salvati
obbedendo alla legge di Dio, la morte di Cristo sarebbe stata vana. La Bibbia
dice: "Se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto
inutilmente" (Galati 2:21).
Nella lettera ai Romani
leggiamo: "Non vi è distinzione; difatti tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio, e sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la
redenzione che è in Cristo Gesù; il quale Iddio ha prestabilito come
propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso" (Romani 3:22-25). Pentiti
dunque dei tuoi peccati. Cristo è morto personalmente per te
sacrificandosi sulla croce per la tua salvezza. Egli non ha pagato solamente per
il peccato "originale" ma per tutti i peccati. L'apostolo Giovanni scrive: "...
il sangue di Gesù suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7).
Come possiamo vedere, Cristo ha compiuto tutto per la nostra salvezza. Essa è
"un dono di Dio" (Efesini 2:8-9); tutto quello che dobbiamo fare è accettarlo.
Accettarlo significa accettare Cristo, il Figliuolo di Dio, perché la salvezza,
ossia la vita eterna, è in lui. La Bibbia afferma: "Chi ha il Figliuolo ha la
vita; chi non ha il Figliuolo di Dio non ha la vita" (1 Giovanni
5:12).
Accettare Cristo
significa credere che quando morì sulla croce egli pagò per la tua personale
salvezza. Giovanni, l'apostolo amato da Gesù, scrive ancora: "A tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli (Cristo) ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio;
a quelli, cioè che credono nel suo nome" (Giovanni 1:12). L'apostolo Paolo,
avendo sperimentato nella propria vita questa grande salvezza, scrive:
"Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo,
nostro Signore (Romani 5:1).
Oggi stesso, con un
semplice sincero atto di fede tu puoi essere salvato; Gesù dice: "colui che
viene a me, io non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37).
Avete la messa come la chiesa
cattolica?
Abbiamo la santa cena o
comunione, ma questa non è la messa. La forma esteriore della messa recentemente
si è avvicinata molto a quella della santa cena, ma le differenze dottrinali
sfortunatamente sono rimaste. La dottrina cattolica romana della messa,
stabilita dal Concilio di Trento, afferma che essa è un sacrificio propiziatorio
che viene offerto per espiare i peccati dei viventi e dei morti in Cristo.
Questo non possiamo accettarlo, perché la Bibbia insegna chiaramente che Cristo
ha offerto sé stesso: "un unico sacrificio per i peccati" (Ebrei 10:12; vedi
anche Romani 6:9-10), e che non vi è bisogno di ulteriori sacrifici perché
"questo egli ha fatto una volta per sempre quando ha offerto sé stesso" (Ebrei
7:25-27; 9:22,25-28).Quindi non possiamo rinnovare il suo sacrificio per
aiutare le povere anime del purgatorio. Notate bene che la Bibbia non parla
affatto di purgatorio. Inoltre, fatto molto importante, la necessità di ripetuti
sacrifici dà l'idea che il sacrificio di Cristo non sia stato sufficiente per la
espiazione dei nostri peccati, ma che necessiti contribuire ad essa con numerosi
altri sacrifici complementari. Dio afferma, al contrario, che il sacrificio di
Cristo non può essere ripetuto perché è sufficiente per tutti i tempi per la
remissione dei nostri peccati: "E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle
loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta
per il peccato" (Ebrei 10:17-18).
La Bibbia insegna che
"Il sangue di Gesù ... ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7). Accanto
alla teoria del sacrificio giornaliero di Cristo, c'è la tradizione cattolica
secondo la quale la sostanza del pane e del vino viene cambiata effettivamente
nel corpo e nel sangue di Cristo.Il miracolo viene chiamato
transustanziazione. Questa tradizione si introdusse nella Chiesa circa il 380
d.C.. Divenne dogma di fede nel 1215 ed i cattolici cominciarono ad
inginocchiarsi davanti all'ostia nel 1226.La Chiesa, accettando questa
tradizione, cerca di sostenerla con le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo",
ma queste parole non insegnano che il pane subisce un cambiamento diventando
letteralmente carne di Cristo. Gesù, dopo aver detto "questo è il mio corpo",
chiama il pane nello stesso brano per ben tre volte "pane" (1 Corinzi 11:24-28).
Lo stesso pensiero troviamo riguardo al vino, il quale viene chiamato "frutto
della vigna" (Marco 14:25), quando invece avrebbe dovuto già essere stato
cambiato in sangue. Così per poter interpretare letteralmente le tre volte che
viene chiamato pane, è necessario interpretare figurativamente le parole "Questo
è il corpo" nello stesso modo in cui interpretiamo le parole di Cristo: "io sono
la porta".
Nella messa non avviene
alcun cambiamento, mentre nei miracoli di Cristo ciò era evidente. Quando per
esempio Cristo cambiò l'acqua in vino, fu chiaro a tutti che non si trattava più
d'acqua, ma di vino (Giovanni 2:9-10). Questo cosiddetto cambiamento è
impossibile anche perché Cristo si trova corporalmente in cielo nell'età
presente.Ciò viene spiegato da Pietro in Atti 3:21 e riaffermato in Ebrei
10:12: "Questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per
sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio". Cristo insegnava ai suoi
discepoli di fare la santa cena in ricordo di lui: "Fate questo in memoria di
me" (1 Corinzi 11:24).
Come mai i pastori evangelici si
sposano?
La Bibbia dice con
molta chiarezza che sposarsi non è proibito per coloro che vogliono piacere a
Dio. Anzi, essa specifica: "Bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di
una sola moglie ... e tenga i figliuoli in sottomissione" (1 Timoteo
3:2).
Inoltre, l'atto
sessuale fra due persone sposate non è peccato (1 Corinzi 7:1-5). In questo
passo, ai coniugi viene comandato: "Non vi private l'uno dell'altro" e che
ciascuno doni il proprio corpo al proprio coniuge. In Efesini 5:22-23 Dio
sceglie la relazione fra marito e moglie come esempio della sua relazione fra i
credenti, dicendo che la moglie deve essere soggetta al marito come la Chiesa è
soggetta a Cristo, e che il marito deve amare la moglie come Cristo ha amato la
Chiesa e ha dato sé stesso per la sua purificazione. Poi, aggiunge che come il
credente è membro del corpo di Cristo, marito e moglie "diventeranno una stessa
carne".
È vero che chi non è
sposato è più libero per svolgere l'opera di Dio, ma è anche vero che Dio dice:
"È meglio sposare che ardere" (1 Corinzi 7:9).Pietro, secondo la Chiesa
Cattolica Romana, era vescovo e primo Papa, però la Bibbia dice che era sposato
(Matteo 8:14; 1 Corinzi 9:15). Questo mostra chiaramente che il celibato del
clero non è un comandamento di Dio. Esso fu imposto al clero da alcuni sinodi
(Elvira, Orange, Arles, Agde, Toledo) e dal Concilio Lateranense del 1139. Fu
una decisione sbagliata perché molti preti non riescono a vivere tutta la vita
senza il rapporto sessuale, e Dio considera le relazioni tra persone non sposate
come peccato estremamente grave (1 Corinzi 6:9-10,18; Atti 15:28-29; Apocalisse
21:8). I poveri preti che non riescono a resistere e cadono in peccati sessuali
hanno una più severa condanna da Dio e scandalizzano molti. Oggigiorno la grande
maggioranza dei preti vorrebbe essere libera di sposarsi, ma finora questa
decisione sbagliata, presa tanti secoli fa, non è ancora stata corretta. Forse
perché solo i Papi hanno autorità di cambiare questa regola della Chiesa
Cattolica Romana, e di solito essi sono molto vecchi!
Non stiamo dicendo che
tutti i preti e tutti i pastori devono sposarsi, ma che sposarsi o no deve
essere una decisione personale, conforme all'insegnamento della
Bibbia.Infatti, l'apostolo Paolo non era sposato, ma Pietro
sì.
Credete in Maria?
Sì, crediamo in tutto
quello che la Bibbia dice di Maria, ma respingiamo quanto aggiunto dalla
tradizione cattolica. Non preghiamo Maria perché la Bibbia insegna: "Adora il
Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca 4:8). I sostenitori
del culto mariano affermano la necessità di pregare Maria perché tutto quello
che ella chiede a Cristo le viene concesso. Nella Bibbia non troviamo mai che
qualcuno sia andato da Gesù o si sia rivolto a Dio per mezzo di Maria. Leggiamo
invece: "C'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo
Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5). Gesù stesso disse: "Io sono la via, la verità e la
vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).
Si cominciò a pregare
Maria verso la fine del quarto secolo dopo Cristo, ma certamente se ella fosse
stata ancora vivente, non lo avrebbe permesso. Da pia donna qual'era non avrebbe
accettato l'onore e l'adorazione che appartengono solo a Dio.Ogni "madonna"
ha particolari capacità che non sono quelle di Maria. L'una guarisce gli
ammalati, l'altra protegge dalla lava del Vesuvio e un'altra ancora protegge i
pescatori. Non è nostra intenzione parlare di questi culti che non hanno niente
a che fare con Maria, che è sempre la stessa e conserva sempre le medesime
capacità.
Parliamo piuttosto di
Maria, madre di Gesù. Ella non fu concepita senza peccato. Infatti, dopo la
nascita di Gesù, la troviamo nel tempio per offrire un sacrificio per la sua
purificazione (Luca 2:22-24), proprio come facevano tutte le donne ebree
(Levitico 12). Inoltre, nella sua preghiera di ringraziamento per essere stata
prescelta come madre di Gesù, Maria chiama Dio: "mio Salvatore" (Luca 1:46-47).
Se ella fosse stata concepita senza peccato, che bisogno aveva di un
salvatore?
La Chiesa Cattolica
Romana insegna ancora di chiamare Maria "Madre di Dio", espressione questa, mai
usata nella Bibbia. Infine, se Maria fosse "Madre di Dio", dovremmo concludere
che la creatura sia madre del Creatore cioè di colui che è sempre esistito
(Genesi 1:1; Giovanni 1:1-3,14). La Bibbia insegna che Maria è madre della
natura umana di Cristo, in quanto egli, nella sua natura divina, esiste in
eterno (Giovanni 8:57-58).
La Bibbia ci dice in
maniera chiara che Maria era vergine alla nascita di Cristo (Isaia 7:14; Matteo
1:18-20; Luca 1:27-35). Però non abbiamo nessuna prova che ella sia rimasta
sempre vergine. Anzi Maria, che era obbediente alla volontà di Dio sapeva
benissimo che Iddio non desidera che le persone sposate restino vergini. Infatti
ci è detto nella Bibbia che Giuseppe e Maria si "conobbero" dopo la nascita di
Gesù. Dire che Maria sia rimasta vergine per tutta la vita, non è affatto
onorarla, ma è come dire che Maria non faceva la volontà di Dio.La Bibbia,
inoltre, parla spesso dei fratelli di Gesù. Nel Vangelo di Matteo leggiamo: "Non
è questi il figliuolo del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i
suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?..." (Matteo 13:55-56).
Alcuni cattolici usano
un ragionamento complicato e fra l'altro dicono che i fratelli di Cristo erano
in realtà cugini. Questo ragionamento si conclude affermando che uno dei
fratelli fu uno dei dodici Apostoli. La Bibbia invece dice il contrario:
"Neppure i suoi fratelli credevano in lui" (prima della risurrezione) (Giovanni
7:5). Inoltre, la donna, che secondo questa teoria sarebbe la madre dei fratelli
di Gesù, cioè non Maria, era ancora viva ed era seguace di Gesù alla morte del
Signore. Ma in tutta la Bibbia non troviamo mai i fratelli con questa donna. Li
troviamo invece sempre con Maria, madre di Gesù (Matteo 12:46; 13:55-56; Marco
3:31; 6:3; Luca 8:19; Giovanni 2:12).Altri cattolici, resisi conto
dell'inconsistenza della "teoria dei cugini", sostengono che si parla di
fratelli spirituali, e non di parenti per legame di sangue. L'apostolo Giovanni
dice però: "neppure i suoi fratelli credevano in lui" (Giovanni 7:5). Se non
credevano, non potevano essere fratelli spirituali. La Bibbia, infine, fa sempre
distinzione tra i fratelli spirituali di Gesù (i discepoli) e suoi fratelli per
diritto di sangue.
Sul fondamento
inconsistente della perpetua verginità di Maria, nel corso dei secoli i filosofi
hanno costruito una grande torre di favole. Di queste idee, che cercano di
attribuire a Maria le prerogative e l'onore che appartengono solo a Dio, non si
trova traccia nella Bibbia né in altri libri di quel periodo.Nella Bibbia
troviamo invece che Cristo non permise che si desse a Maria altro onore
all'infuori di quello di aver creduto in Dio e di aver ricevuto da lui la
benedizione di divenire madre di Gesù: "Or avvenne che, mentre egli diceva
queste cose, una donna di fra la moltitudine alzò la voce e gli disse: Beato il
seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti! Ma egli disse: Beati piuttosto
quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!" (Luca 11:27-28). Vedi anche
Matteo 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 1:42-45.
Quando diamo a Maria
ciò che è dovuto a Dio, non onoriamo Maria. Il solo modo di onorarla è di
credere in Gesù e obbedire all'ordine da lei stessa impartito ai servi durante
le nozze di Cana: "Fate tutto quello che egli (Gesù) vi dirà" (Giovanni
2:5).
Esiste il purgatorio?
La Bibbia non parla di
un luogo dove si può ottenere la purificazione dai peccati al di fuori di Cristo
Gesù. Chi rifiuta di credere in Cristo è condannato. Nel Vangelo di Giovanni
leggiamo: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna, ma chi rifiuta di credere al
Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui" (Giovanni 3:36).
(Vedi anche Apocalisse 20:15; Luca 16:19-31, soprattutto il versetto 26).Chi
accetta Cristo è completamente salvato: "Non v'è dunque ora alcuna condanna per
quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1); e ancora: "Non mi ricorderò più
dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17). (Vedi Giovanni 3:18;
Romani 5:8-11; Ebrei 10:14-18; Salmo 103:12).
Secondo il concetto
comune che il sacrificio di Cristo non basti a purgarci dei nostri peccati, un
grande peccatore come il ladrone crocifisso con Cristo avrebbe dovuto soffrire
molto tempo in purgatorio, ma invece Cristo disse: "Oggi tu sarai con me in
paradiso" (Luca 23:43).Se esistesse il purgatorio e le messe aiutassero a
fare uscire le anime dei sofferenti, i ricchi avrebbero un enorme vantaggio
pagando messe per abbreviare la pena; mentre i poveri, non avendo di che pagare,
dovrebbero affidarsi alla misericordia del prete, sperando che ogni tanto elevi
una messa per loro.Un ex prete affermava: "Se crediamo veramente che la
messa salva le anime dal fuoco del purgatorio, perché farsi pagare per farle
uscire?". Avrebbero aiutato anche un cane, diceva, se lo avesse visto tra le
fiamme, senza neppure pensare al guadagno.
L'idea di purgatorio
evidentemente è venuta dai pagani. Virgilio collocava le anime dei defunti in
tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi elisi per i buoni e un luogo di
espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).
Su
chi è fondata la Chiesa?
Pietro stesso spiega
che il capo della Chiesa è Cristo: "Egli è la pietra che è stata da voi
edificatori sprezzata, ed è divenuta la pietra angolare. E in nessun altro è la
salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli
uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4:10-12).
Nel Vangelo di Matteo
leggiamo: "Ed egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro
rispondendo disse: tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio vivente. E Gesù
replicando disse: Tu sei beato Simone, figliuolo di Giona, perché non la carne e
il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io
altresì ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa"
(Matteo 16:14-18). La Chiesa Cattolica Romana, interpretando ciò asserisce che
"la pietra", cioè il fondamento della Chiesa è Pietro e sulla errata
interpretazione di questo passo fonda e giustifica il papato.
I cristiani evangelici
interpretano questo passo alla luce di altri brani della Bibbia che trattano lo
stesso soggetto. Nella Parola di Dio leggiamo: "Poiché nessuno può porre altro
fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù" (1 Corinzi 3:11; vedi anche 1
Pietro 2:4-8). Infine, Cristo stesso afferma di essere "la pietra" (Marco
12:1-11).Tornando al brano di Matteo 16:14-18, appare chiaro che "la pietra"
di cui Cristo parla non è Pietro ma la sua confessione di fede cioè Cristo
stesso. Infatti, Pietro dice: "Tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio
vivente".
L'idea del papato che
si fonda appunto sulla errata interpretazione di questo unico passo biblico, ha
acquistato importanza a poco a poco nel corso dei secoli. Quanto alla
infallibilità del papa, questo dogma venne sancito solo nel 1870, nonostante la
forte opposizione all'interno del cattolicesimo stesso. Che Pietro, primo papa
secondo la tradizione cattolica, fosse ben lontano dall'essere infallibile, ce
lo mostrano i seguenti passi biblici, in cui egli fu riprovato perché "era da
condannare": Galati 2:11-14; Matteo 26:69-75).
A
chi dobbiamo confessarci?
Quando i discepoli di
Gesù gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare", Egli insegnò a loro di
pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati:
"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi
il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo
rimessi ai nostri debitori." Sappiamo che "rimettici i nostri debiti" qua
significa "perdonaci i nostri peccati" perché nel Vangelo di Luca lo stesso
versetto dice esplicitamente: "perdonaci i nostri peccati" (Matteo 6:9-12; Luca
11:1-4).
È chiaro dunque, che
dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva la chiesa nei primi
secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu ammessa nella Chiesa
Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data già dei sacerdoti
avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando l'assoluzione,
pregavano Dio di rimettere i peccati.A sostegno della confessione al prete,
il clero cattolico cita le parole del Vangelo di Giovanni: "A chi rimetterete i
peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni
20:21-23). Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette
agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La
prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al
clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e
Salvatore.
Inoltre, fatto molto
importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che
avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione
di alcuno, ma predicarono l'evangelo, dicendo che solo in Cristo Gesù è
possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri
passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di
contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della
predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete.
Oltre ciò,
l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: "...
che nel suo nome (di Cristo) si predicherebbe ravvedimento e remissione dei
peccati" (Luca 24:45-48). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non
parlò mai di confessare i peccati ad un uomo.
Quanto detto porta con
sé un'inevitabile domanda: "Dobbiamo confessarci o no?" Sì, ogni vero cristiano
ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa confessione non va fatta
ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di rimettere i
peccati.L'apostolo Giovanni scriveva: "Se confessiamo i nostri peccati, egli
(Dio) è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità"
(1 Giovanni 1:9).
Conclusione
Caro amico, ti abbiamo
esposto il chiaro insegnamento della Bibbia. Dio ti invita ad accettare ora la
sua salvezza. Non continuare in un sistema che essendosi allontanato dalla
verità della Parola di Dio porta quelli che lo seguono ad un disastro
eterno.
Dio ti ama ed ha
provveduto per te la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Ti invita ad avvicinarti
a Lui per ricevere il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna. Prendi dunque
ora, in questo momento, la decisione di seguire Cristo e la sua Parola. Allora,
e solamente allora, la tua vita conoscerà la salvezza di Gesù e sarà in pace con
Dio.
Perché
voi evangelici non venerate le immagini?
Ciò che maggiormente
distingue i cristiani evangelici è l'insistenza con cui si afferma che ognuno
deve conoscere Dio in modo personale, e poi che deve avere un rapporto continuo
con Lui, personalmente, non attraverso immagini. Uno dei temi maggiori della
Bibbia è il rifiuto da parte di Dio di far costruire delle immagini da
adorare.
Nel secondo
comandamento Iddio ordina: "Non ti fare scultura alcuna né immagine... non ti
prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro" (Esodo 20:4-6). Alcuni
affermano che se si dovesse osservare letteralmente il secondo comandamento, non
si potrebbe avere neppure le foto delle persone care. La Bibbia ci spiega al
contrario, che le immagini proibite sono quelle cui offriamo un culto di
venerazione: "Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue,
e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure per
prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l'Eterno l'Iddio vostro (Levitico
26:1).
Altri dicono che questo
comandamento ha valore solo per le immagini pagane, ma invece vediamo
che:
a) Mosé spiegò agli
Ebrei, il popolo di Dio di quel tempo, e non ai pagani, che Dio non si era
mostrato quando parlava loro, appunto perché non facessero di lui alcuna
immagine: "Vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi
corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita" (Deuteronomio 4:15-16;
leggete anche i versetti 17-19).
b) Iddio lodò il re
degli Ebrei per aver distrutto un serpente di rame innalzato precedentemente per
suo chiaro ordine, ma non per venerarlo.
Molti anni dopo
averglielo fatto costruire, Dio ritenne opportuno distruggerlo perché si era
cominciato a venerarlo.
Altri ancora sostengono
che le immagini erano proibite soltanto durante il periodo dell'Antico
Testamento, e che siano accettabili ora che viviamo nel tempo del Nuovo
Testamento. A questi ultimi rispondiamo che anche il Nuovo Testamento parla
molto delle immagini, e sempre contro di esse, proprio come nell'Antico
Testamento. In uno degli ultimi brani del Nuovo Testamento leggiamo:
"Figlioletti, guardatevi dagli idoli" (1 Giovanni 5:21). "Perciò cari miei
fuggite l'idolatria" (1 Corinzi 10:14). Vedi anche 1 Corinzi 6:9; 10:7-14; Atti
7:39-42; 17:16-29; Romani 1:23; 1 Pietro 4:3; Apocalisse 2:14; 9:20; 21:8;
22:15.
La chiesa cristiana dei
primi secoli non usava immagini. Queste entrarono nelle chiese per uso
ornamentale alla fine del terzo secolo. Nel quinto secolo furono usate per
istruire, e in seguito considerate come sacre. Vennero poi accettate dal
Consiglio di Nicea nel 787 e da quello di Trento nel 1562 d.C.
Il fatto che la Bibbia
contenga non pochi, ma moltissimi passi che proibiscono le immagini, rende
chiaro che questo è un soggetto di grande importanza per Dio.
Chi vuole approfondire
leggendo tutti i seguenti versetti si renderà conto da sé stesso quanto sia
peccaminoso usare immagini: Salmo 115:4-9; Isaia 44:8-20: Geremia 10:3-16; Esodo
23:24; 32; 34:13; Levitico 19:4; 26:30; Numeri 33:52; Deuteronomio 5:8-9;
9:12-17; 16:21-22; 27:15; 2 Re 17:9-16; 2 Cronache 33:19,22; 34:3-4; Salmi
78:58; 97:7; 106:19-20; 135:15-18; Isaia 8:19; 10:10-11; 30:22; 31:6-7; 42:8-17;
45:20; 46:6-7; Ezechiele 16:17; 30:13; Daniele 3:1-18; Osea 11:2; 13:2-4: Michea
1:7; 5:12-13; Habacuc 2:18-20.
Dio ci ama e vuole
avere la nostra amicizia, la nostra comunione, la lode, l'onore, la venerazione
e l'adorazione. Egli dice di essere geloso dei nostri affetti. Come si sentirà
quando li rivolgiamo invece a una statua o immagine di un qualsiasi santo? È
altresì un'offesa grande affermare che Dio è meno compassionevole dei santi come
implica l'esempio comunemente usato dai cattolici.Essi dicono: "Un uomo
desidera un posto di lavoro in una certa fabbrica. Questi, non conoscendo il
direttore, si reca da suo zio che gli vuole bene e che è amico intimo del
direttore, ottenendo per mezzo di lui il posto ambito". Nell'esempio, i santi
sono paragonati allo zio che ci vuole bene, mentre Dio è raffigurato nel
direttore che non pensa neppure a noi. Questo pensiero è gravissimo. In verità è
Dio che ci ama e ci conosce, ed egli vuole che ci accostiamo direttamente a lui.
La Bibbia afferma: "Perché non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno (Cristo) che in
ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con
piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo
grazia per esser soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:15-16; vedi anche
Efesini 3:12).Quanto detto porterà ad una domanda:
Credono i cristiani evangelici nei
santi?
Sì. Noi cristiani
evangelici crediamo nei santi, ma nel modo in cui ne parla la Bibbia e ciò è
completamente diverso dal tradizionale concetto cattolico. Proprio perché li
crediamo cerchiamo di obbedire a quello che essi scrissero nella
Bibbia.
La Bibbia dice che
tutti i credenti sono santi, perché santificati per mezzo del sacrificio di Gesù
Cristo. La parola "santo" nel Nuovo Testamento viene usata per indicare i
credenti come gruppo e non per distinguere una persona dalle altre perché più
pura o perché fa miracoli, anche se alcuni li hanno fatti. Inoltre, noi non
preghiamo i santi e non offriamo loro venerazione, perché:
a) la Bibbia dice:
"Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca
4:8);
b) nella Bibbia non
troviamo nessun caso di qualcuno che lo abbia fatto, né nessuna indicazione che
bisogna farlo;
c) nella Bibbia
leggiamo che né gli uomini, né gli angeli di Dio permisero ad alcuno di
prostrarsi loro dinanzi, anzi risposero che bisognava prostrarsi solo davanti a
Dio: "E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai
piedi, e l'adorò. Ma Pietro lo rialzò dicendo: Levati, anch'io sono uomo!" (Atti
10:25-26). Vedi anche Atti 14:15 e Apocalisse 22:8-9;
d) i santi non possono
essere nostri mediatori davanti a Dio, perché abbiamo un solo mediatore: Gesù
Cristo. "Poiché vi è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede sé stesso quale prezzo di riscatto per
tutti" (1 Timoteo 2:5-6, Giovanni 16:26-27).
e) l'apostolo Paolo,
uno dei "santi", mostra chiaramente ai Filippesi che egli poteva essere loro di
aiuto soltanto vivendo (Filippesi 1:23-26).
Per rispondere
sull'argomento che i santi esaudiscano le preghiere facendo miracoli, ricordiamo
che ci sono due fonti di potere spirituale: Dio e le forze diaboliche. Dio dice
che non dobbiamo fare immagini. Quando i miracoli sembrano essere fatti dai
santi, e spingono le persone al culto di altri all'infuori di Dio, non possono
provenire da Dio. Inoltre, i miracoli vengono attribuiti lo stesso a coloro che
prima erano chiamati santi, ma che la stessa Chiesa Cattolica Romana adesso
afferma che non sono mai esistiti: Santa Filomena, per esempio, che fra l'altro
avrebbe guarito miracolosamente Papa Pio X. Recentemente altri santi sono stati
deposti.
Come si diventa santi
secondo la Bibbia, allora? Credendo in Gesù Cristo come Salvatore: "Noi siamo
stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta
per sempre" (Ebrei 10:10). Vedi anche Atti 26:18.
Da
dove nascono le differenze fra gli evangelici e la chiesa
cattolica?
La causa principale
delle differenze fra noi e i cattolici deriva dal fatto che i cristiani
evangelici accettano solamente la Bibbia come unica fonte per stabilire una
dottrina, mentre il cattolicesimo ad essa aggiunge la tradizione e le varie
decisioni della Chiesa Cattolica Romana.Anche in questi ultimi anni abbiamo
assistito a dei cambiamenti nell'ambito della Chiesa Romana. Il fatto di dire la
messa non più in latino, ma in italiano; di permettere la carne il venerdì; di
concedere una leggera colazione prima della "comunione"; ecc., pone in chiara
evidenza che questa Chiesa è suscettibile di cambiamento. Essa non può in ogni
tempo concordare in ogni punto con la Bibbia.Coloro che seguono la
tradizione non lo ammettono, ma nei secoli scorsi vi sono stati dei cambiamenti
in netto contrasto con l'insegnamento biblico, e per questo non possiamo
accettare ogni punto della dottrina cattolica romana.
Le ragioni per cui
accettiamo la Bibbia, anche quando essa diverge dalla tradizione opponendovisi,
sono le seguenti:
a) la Bibbia afferma la
sua ispirazione divina. "Ogni Scrittura è ispirata da Dio..." (2 Timoteo 3:16);
ispirazione accettata anche dalla Chiesa Cattolica Romana. Molte prove mostrano
che essa è veramente ispirata. Un esempio evidente sono le profezie adempiute;
b) la Bibbia afferma di
contenere tutto quello che è necessario per rendere perfetto il cristiano. Essa
dice: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto,
appieno fornito per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17). Non occorre perciò
aggiungere la tradizione;
c) nella sua seconda
lettera, l'apostolo Pietro dice che la Bibbia è più ferma di ciò che egli aveva
veduto e udito, perché scritta da uomini "sospinti dallo Spirito Santo" (2
Pietro 1:16-21).Perciò essa è più attendibile della tradizione umana. Il
Nuovo Testamento, è vero, parla di tradizione, ma sempre contro di essa. Gesù
ebbe a dire: "Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla
tradizione degli uomini... annullando così la parola di Dio con la tradizione
che voi vi siete tramandata" (Marco 7:8-13). Vedi anche Matteo 15:2-6; Colossesi
2:8; 2 Tessalonicesi 3:6; Galati 1:14.
d) alcuni sostengono
che la Chiesa Cattolica Romana sia la sola capace di interpretare la Bibbia.
L'apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché
esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose che egli insegnava
corrispondessero a verità (Atti 17:11). Se l'insegnamento di Paolo, apostolo e
testimone di Cristo, era subordinato alle Scritture (la Bibbia) molto di più
dovrebbe esserlo quello della Chiesa di oggi;
e) altri, appoggiando
la posizione della Chiesa Cattolica Romana, dicono che la Bibbia non contiene
tutto ciò che Gesù e gli apostoli insegnarono. Questo è vero, la stessa Bibbia
lo afferma; ma il fatto non autorizza a sostenere cose esplicitamente contrarie
a quanto scritto (Apocalisse 22:18-19; Marco 7:3-13). Abbiamo nella Bibbia tutto
ciò che basta per la nostra fede (Giovanni 20:30-31; 2 Timoteo
3:16-17).
È chiaro che le
differenze fra noi cristiani evangelici e la Chiesa Cattolica Romana vengono non
da interpretazioni diverse della Bibbia, o da Bibbie diverse, ma dall'aggiungere
la tradizione alla Bibbia per formare la dottrina cattolica romana.
Qual è la differenza più importante
fra i cristiani evangelici e i cattolici?
Noi evangelici seguiamo
l'insegnamento dato da Dio nella Bibbia a proposito della salvezza. Tutti siamo
peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati (Romani 3:23).Dio, nella sua
misericordia, ha provveduto questa salvezza nel suo Figliuolo, come dice il
Vangelo di Giovanni: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo
Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna" (Giovanni 3:16). Da soli non possiamo ottenere la salvezza. Infatti
sta scritto: "Poiché è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e
ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù d'opere, affinché nessuno
si glori" (Efesini 2:8-9). Nessuno sarà salvato per aver compiuto buone opere:
"Poiché per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto"
(Romani 3:20). Vedi Galati 2:16; 12-13; 5:4. Se fosse possibile essere salvati
obbedendo alla legge di Dio, la morte di Cristo sarebbe stata vana. La Bibbia
dice: "Se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto
inutilmente" (Galati 2:21).
Nella lettera ai Romani
leggiamo: "Non vi è distinzione; difatti tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio, e sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la
redenzione che è in Cristo Gesù; il quale Iddio ha prestabilito come
propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso" (Romani 3:22-25). Pentiti
dunque dei tuoi peccati. Cristo è morto personalmente per te
sacrificandosi sulla croce per la tua salvezza. Egli non ha pagato solamente per
il peccato "originale" ma per tutti i peccati. L'apostolo Giovanni scrive: "...
il sangue di Gesù suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7).
Come possiamo vedere, Cristo ha compiuto tutto per la nostra salvezza. Essa è
"un dono di Dio" (Efesini 2:8-9); tutto quello che dobbiamo fare è accettarlo.
Accettarlo significa accettare Cristo, il Figliuolo di Dio, perché la salvezza,
ossia la vita eterna, è in lui. La Bibbia afferma: "Chi ha il Figliuolo ha la
vita; chi non ha il Figliuolo di Dio non ha la vita" (1 Giovanni
5:12).
Accettare Cristo
significa credere che quando morì sulla croce egli pagò per la tua personale
salvezza. Giovanni, l'apostolo amato da Gesù, scrive ancora: "A tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli (Cristo) ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio;
a quelli, cioè che credono nel suo nome" (Giovanni 1:12). L'apostolo Paolo,
avendo sperimentato nella propria vita questa grande salvezza, scrive:
"Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo,
nostro Signore (Romani 5:1).
Oggi stesso, con un
semplice sincero atto di fede tu puoi essere salvato; Gesù dice: "colui che
viene a me, io non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37).
Avete la messa come la chiesa
cattolica?
Abbiamo la santa cena o
comunione, ma questa non è la messa. La forma esteriore della messa recentemente
si è avvicinata molto a quella della santa cena, ma le differenze dottrinali
sfortunatamente sono rimaste. La dottrina cattolica romana della messa,
stabilita dal Concilio di Trento, afferma che essa è un sacrificio propiziatorio
che viene offerto per espiare i peccati dei viventi e dei morti in Cristo.
Questo non possiamo accettarlo, perché la Bibbia insegna chiaramente che Cristo
ha offerto sé stesso: "un unico sacrificio per i peccati" (Ebrei 10:12; vedi
anche Romani 6:9-10), e che non vi è bisogno di ulteriori sacrifici perché
"questo egli ha fatto una volta per sempre quando ha offerto sé stesso" (Ebrei
7:25-27; 9:22,25-28).Quindi non possiamo rinnovare il suo sacrificio per
aiutare le povere anime del purgatorio. Notate bene che la Bibbia non parla
affatto di purgatorio. Inoltre, fatto molto importante, la necessità di ripetuti
sacrifici dà l'idea che il sacrificio di Cristo non sia stato sufficiente per la
espiazione dei nostri peccati, ma che necessiti contribuire ad essa con numerosi
altri sacrifici complementari. Dio afferma, al contrario, che il sacrificio di
Cristo non può essere ripetuto perché è sufficiente per tutti i tempi per la
remissione dei nostri peccati: "E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle
loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta
per il peccato" (Ebrei 10:17-18).
La Bibbia insegna che
"Il sangue di Gesù ... ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7). Accanto
alla teoria del sacrificio giornaliero di Cristo, c'è la tradizione cattolica
secondo la quale la sostanza del pane e del vino viene cambiata effettivamente
nel corpo e nel sangue di Cristo.Il miracolo viene chiamato
transustanziazione. Questa tradizione si introdusse nella Chiesa circa il 380
d.C.. Divenne dogma di fede nel 1215 ed i cattolici cominciarono ad
inginocchiarsi davanti all'ostia nel 1226.La Chiesa, accettando questa
tradizione, cerca di sostenerla con le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo",
ma queste parole non insegnano che il pane subisce un cambiamento diventando
letteralmente carne di Cristo. Gesù, dopo aver detto "questo è il mio corpo",
chiama il pane nello stesso brano per ben tre volte "pane" (1 Corinzi 11:24-28).
Lo stesso pensiero troviamo riguardo al vino, il quale viene chiamato "frutto
della vigna" (Marco 14:25), quando invece avrebbe dovuto già essere stato
cambiato in sangue. Così per poter interpretare letteralmente le tre volte che
viene chiamato pane, è necessario interpretare figurativamente le parole "Questo
è il corpo" nello stesso modo in cui interpretiamo le parole di Cristo: "io sono
la porta".
Nella messa non avviene
alcun cambiamento, mentre nei miracoli di Cristo ciò era evidente. Quando per
esempio Cristo cambiò l'acqua in vino, fu chiaro a tutti che non si trattava più
d'acqua, ma di vino (Giovanni 2:9-10). Questo cosiddetto cambiamento è
impossibile anche perché Cristo si trova corporalmente in cielo nell'età
presente.Ciò viene spiegato da Pietro in Atti 3:21 e riaffermato in Ebrei
10:12: "Questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per
sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio". Cristo insegnava ai suoi
discepoli di fare la santa cena in ricordo di lui: "Fate questo in memoria di
me" (1 Corinzi 11:24).
Come mai i pastori evangelici si
sposano?
La Bibbia dice con
molta chiarezza che sposarsi non è proibito per coloro che vogliono piacere a
Dio. Anzi, essa specifica: "Bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di
una sola moglie ... e tenga i figliuoli in sottomissione" (1 Timoteo
3:2).
Inoltre, l'atto
sessuale fra due persone sposate non è peccato (1 Corinzi 7:1-5). In questo
passo, ai coniugi viene comandato: "Non vi private l'uno dell'altro" e che
ciascuno doni il proprio corpo al proprio coniuge. In Efesini 5:22-23 Dio
sceglie la relazione fra marito e moglie come esempio della sua relazione fra i
credenti, dicendo che la moglie deve essere soggetta al marito come la Chiesa è
soggetta a Cristo, e che il marito deve amare la moglie come Cristo ha amato la
Chiesa e ha dato sé stesso per la sua purificazione. Poi, aggiunge che come il
credente è membro del corpo di Cristo, marito e moglie "diventeranno una stessa
carne".
È vero che chi non è
sposato è più libero per svolgere l'opera di Dio, ma è anche vero che Dio dice:
"È meglio sposare che ardere" (1 Corinzi 7:9).Pietro, secondo la Chiesa
Cattolica Romana, era vescovo e primo Papa, però la Bibbia dice che era sposato
(Matteo 8:14; 1 Corinzi 9:15). Questo mostra chiaramente che il celibato del
clero non è un comandamento di Dio. Esso fu imposto al clero da alcuni sinodi
(Elvira, Orange, Arles, Agde, Toledo) e dal Concilio Lateranense del 1139. Fu
una decisione sbagliata perché molti preti non riescono a vivere tutta la vita
senza il rapporto sessuale, e Dio considera le relazioni tra persone non sposate
come peccato estremamente grave (1 Corinzi 6:9-10,18; Atti 15:28-29; Apocalisse
21:8). I poveri preti che non riescono a resistere e cadono in peccati sessuali
hanno una più severa condanna da Dio e scandalizzano molti. Oggigiorno la grande
maggioranza dei preti vorrebbe essere libera di sposarsi, ma finora questa
decisione sbagliata, presa tanti secoli fa, non è ancora stata corretta. Forse
perché solo i Papi hanno autorità di cambiare questa regola della Chiesa
Cattolica Romana, e di solito essi sono molto vecchi!
Non stiamo dicendo che
tutti i preti e tutti i pastori devono sposarsi, ma che sposarsi o no deve
essere una decisione personale, conforme all'insegnamento della
Bibbia.Infatti, l'apostolo Paolo non era sposato, ma Pietro
sì.
Credete in Maria?
Sì, crediamo in tutto
quello che la Bibbia dice di Maria, ma respingiamo quanto aggiunto dalla
tradizione cattolica. Non preghiamo Maria perché la Bibbia insegna: "Adora il
Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca 4:8). I sostenitori
del culto mariano affermano la necessità di pregare Maria perché tutto quello
che ella chiede a Cristo le viene concesso. Nella Bibbia non troviamo mai che
qualcuno sia andato da Gesù o si sia rivolto a Dio per mezzo di Maria. Leggiamo
invece: "C'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo
Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5). Gesù stesso disse: "Io sono la via, la verità e la
vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).
Si cominciò a pregare
Maria verso la fine del quarto secolo dopo Cristo, ma certamente se ella fosse
stata ancora vivente, non lo avrebbe permesso. Da pia donna qual'era non avrebbe
accettato l'onore e l'adorazione che appartengono solo a Dio.Ogni "madonna"
ha particolari capacità che non sono quelle di Maria. L'una guarisce gli
ammalati, l'altra protegge dalla lava del Vesuvio e un'altra ancora protegge i
pescatori. Non è nostra intenzione parlare di questi culti che non hanno niente
a che fare con Maria, che è sempre la stessa e conserva sempre le medesime
capacità.
Parliamo piuttosto di
Maria, madre di Gesù. Ella non fu concepita senza peccato. Infatti, dopo la
nascita di Gesù, la troviamo nel tempio per offrire un sacrificio per la sua
purificazione (Luca 2:22-24), proprio come facevano tutte le donne ebree
(Levitico 12). Inoltre, nella sua preghiera di ringraziamento per essere stata
prescelta come madre di Gesù, Maria chiama Dio: "mio Salvatore" (Luca 1:46-47).
Se ella fosse stata concepita senza peccato, che bisogno aveva di un
salvatore?
La Chiesa Cattolica
Romana insegna ancora di chiamare Maria "Madre di Dio", espressione questa, mai
usata nella Bibbia. Infine, se Maria fosse "Madre di Dio", dovremmo concludere
che la creatura sia madre del Creatore cioè di colui che è sempre esistito
(Genesi 1:1; Giovanni 1:1-3,14). La Bibbia insegna che Maria è madre della
natura umana di Cristo, in quanto egli, nella sua natura divina, esiste in
eterno (Giovanni 8:57-58).
La Bibbia ci dice in
maniera chiara che Maria era vergine alla nascita di Cristo (Isaia 7:14; Matteo
1:18-20; Luca 1:27-35). Però non abbiamo nessuna prova che ella sia rimasta
sempre vergine. Anzi Maria, che era obbediente alla volontà di Dio sapeva
benissimo che Iddio non desidera che le persone sposate restino vergini. Infatti
ci è detto nella Bibbia che Giuseppe e Maria si "conobbero" dopo la nascita di
Gesù. Dire che Maria sia rimasta vergine per tutta la vita, non è affatto
onorarla, ma è come dire che Maria non faceva la volontà di Dio.La Bibbia,
inoltre, parla spesso dei fratelli di Gesù. Nel Vangelo di Matteo leggiamo: "Non
è questi il figliuolo del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i
suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?..." (Matteo 13:55-56).
Alcuni cattolici usano
un ragionamento complicato e fra l'altro dicono che i fratelli di Cristo erano
in realtà cugini. Questo ragionamento si conclude affermando che uno dei
fratelli fu uno dei dodici Apostoli. La Bibbia invece dice il contrario:
"Neppure i suoi fratelli credevano in lui" (prima della risurrezione) (Giovanni
7:5). Inoltre, la donna, che secondo questa teoria sarebbe la madre dei fratelli
di Gesù, cioè non Maria, era ancora viva ed era seguace di Gesù alla morte del
Signore. Ma in tutta la Bibbia non troviamo mai i fratelli con questa donna. Li
troviamo invece sempre con Maria, madre di Gesù (Matteo 12:46; 13:55-56; Marco
3:31; 6:3; Luca 8:19; Giovanni 2:12).Altri cattolici, resisi conto
dell'inconsistenza della "teoria dei cugini", sostengono che si parla di
fratelli spirituali, e non di parenti per legame di sangue. L'apostolo Giovanni
dice però: "neppure i suoi fratelli credevano in lui" (Giovanni 7:5). Se non
credevano, non potevano essere fratelli spirituali. La Bibbia, infine, fa sempre
distinzione tra i fratelli spirituali di Gesù (i discepoli) e suoi fratelli per
diritto di sangue.
Sul fondamento
inconsistente della perpetua verginità di Maria, nel corso dei secoli i filosofi
hanno costruito una grande torre di favole. Di queste idee, che cercano di
attribuire a Maria le prerogative e l'onore che appartengono solo a Dio, non si
trova traccia nella Bibbia né in altri libri di quel periodo.Nella Bibbia
troviamo invece che Cristo non permise che si desse a Maria altro onore
all'infuori di quello di aver creduto in Dio e di aver ricevuto da lui la
benedizione di divenire madre di Gesù: "Or avvenne che, mentre egli diceva
queste cose, una donna di fra la moltitudine alzò la voce e gli disse: Beato il
seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti! Ma egli disse: Beati piuttosto
quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!" (Luca 11:27-28). Vedi anche
Matteo 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 1:42-45.
Quando diamo a Maria
ciò che è dovuto a Dio, non onoriamo Maria. Il solo modo di onorarla è di
credere in Gesù e obbedire all'ordine da lei stessa impartito ai servi durante
le nozze di Cana: "Fate tutto quello che egli (Gesù) vi dirà" (Giovanni
2:5).
Esiste il purgatorio?
La Bibbia non parla di
un luogo dove si può ottenere la purificazione dai peccati al di fuori di Cristo
Gesù. Chi rifiuta di credere in Cristo è condannato. Nel Vangelo di Giovanni
leggiamo: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna, ma chi rifiuta di credere al
Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui" (Giovanni 3:36).
(Vedi anche Apocalisse 20:15; Luca 16:19-31, soprattutto il versetto 26).Chi
accetta Cristo è completamente salvato: "Non v'è dunque ora alcuna condanna per
quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1); e ancora: "Non mi ricorderò più
dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17). (Vedi Giovanni 3:18;
Romani 5:8-11; Ebrei 10:14-18; Salmo 103:12).
Secondo il concetto
comune che il sacrificio di Cristo non basti a purgarci dei nostri peccati, un
grande peccatore come il ladrone crocifisso con Cristo avrebbe dovuto soffrire
molto tempo in purgatorio, ma invece Cristo disse: "Oggi tu sarai con me in
paradiso" (Luca 23:43).Se esistesse il purgatorio e le messe aiutassero a
fare uscire le anime dei sofferenti, i ricchi avrebbero un enorme vantaggio
pagando messe per abbreviare la pena; mentre i poveri, non avendo di che pagare,
dovrebbero affidarsi alla misericordia del prete, sperando che ogni tanto elevi
una messa per loro.Un ex prete affermava: "Se crediamo veramente che la
messa salva le anime dal fuoco del purgatorio, perché farsi pagare per farle
uscire?". Avrebbero aiutato anche un cane, diceva, se lo avesse visto tra le
fiamme, senza neppure pensare al guadagno.
L'idea di purgatorio
evidentemente è venuta dai pagani. Virgilio collocava le anime dei defunti in
tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi elisi per i buoni e un luogo di
espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).
Su
chi è fondata la Chiesa?
Pietro stesso spiega
che il capo della Chiesa è Cristo: "Egli è la pietra che è stata da voi
edificatori sprezzata, ed è divenuta la pietra angolare. E in nessun altro è la
salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli
uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4:10-12).
Nel Vangelo di Matteo
leggiamo: "Ed egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro
rispondendo disse: tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio vivente. E Gesù
replicando disse: Tu sei beato Simone, figliuolo di Giona, perché non la carne e
il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io
altresì ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa"
(Matteo 16:14-18). La Chiesa Cattolica Romana, interpretando ciò asserisce che
"la pietra", cioè il fondamento della Chiesa è Pietro e sulla errata
interpretazione di questo passo fonda e giustifica il papato.
I cristiani evangelici
interpretano questo passo alla luce di altri brani della Bibbia che trattano lo
stesso soggetto. Nella Parola di Dio leggiamo: "Poiché nessuno può porre altro
fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù" (1 Corinzi 3:11; vedi anche 1
Pietro 2:4-8). Infine, Cristo stesso afferma di essere "la pietra" (Marco
12:1-11).Tornando al brano di Matteo 16:14-18, appare chiaro che "la pietra"
di cui Cristo parla non è Pietro ma la sua confessione di fede cioè Cristo
stesso. Infatti, Pietro dice: "Tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio
vivente".
L'idea del papato che
si fonda appunto sulla errata interpretazione di questo unico passo biblico, ha
acquistato importanza a poco a poco nel corso dei secoli. Quanto alla
infallibilità del papa, questo dogma venne sancito solo nel 1870, nonostante la
forte opposizione all'interno del cattolicesimo stesso. Che Pietro, primo papa
secondo la tradizione cattolica, fosse ben lontano dall'essere infallibile, ce
lo mostrano i seguenti passi biblici, in cui egli fu riprovato perché "era da
condannare": Galati 2:11-14; Matteo 26:69-75).
A
chi dobbiamo confessarci?
Quando i discepoli di
Gesù gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare", Egli insegnò a loro di
pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati:
"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi
il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo
rimessi ai nostri debitori." Sappiamo che "rimettici i nostri debiti" qua
significa "perdonaci i nostri peccati" perché nel Vangelo di Luca lo stesso
versetto dice esplicitamente: "perdonaci i nostri peccati" (Matteo 6:9-12; Luca
11:1-4).
È chiaro dunque, che
dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva la chiesa nei primi
secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu ammessa nella Chiesa
Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data già dei sacerdoti
avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando l'assoluzione,
pregavano Dio di rimettere i peccati.A sostegno della confessione al prete,
il clero cattolico cita le parole del Vangelo di Giovanni: "A chi rimetterete i
peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni
20:21-23). Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette
agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La
prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al
clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e
Salvatore.
Inoltre, fatto molto
importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che
avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione
di alcuno, ma predicarono l'evangelo, dicendo che solo in Cristo Gesù è
possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri
passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di
contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della
predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete.
Oltre ciò,
l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: "...
che nel suo nome (di Cristo) si predicherebbe ravvedimento e remissione dei
peccati" (Luca 24:45-48). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non
parlò mai di confessare i peccati ad un uomo.
Quanto detto porta con
sé un'inevitabile domanda: "Dobbiamo confessarci o no?" Sì, ogni vero cristiano
ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa confessione non va fatta
ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di rimettere i
peccati.L'apostolo Giovanni scriveva: "Se confessiamo i nostri peccati, egli
(Dio) è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità"
(1 Giovanni 1:9).
Conclusione
Caro amico, ti abbiamo
esposto il chiaro insegnamento della Bibbia. Dio ti invita ad accettare ora la
sua salvezza. Non continuare in un sistema che essendosi allontanato dalla
verità della Parola di Dio porta quelli che lo seguono ad un disastro
eterno.
Dio ti ama ed ha
provveduto per te la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Ti invita ad avvicinarti
a Lui per ricevere il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna. Prendi dunque
ora, in questo momento, la decisione di seguire Cristo e la sua Parola. Allora,
e solamente allora, la tua vita conoscerà la salvezza di Gesù e sarà in pace con
Dio.
Risposte ai miei amici
cattolici
di Marco De Vivo - Ed. Centro Biblico, Giugliano
(Na)tratto da apocalypsesoon.org

Perché
voi evangelici non venerate le immagini?
Ciò che maggiormente
distingue i cristiani evangelici è l'insistenza con cui si afferma che ognuno
deve conoscere Dio in modo personale, e poi che deve avere un rapporto continuo
con Lui, personalmente, non attraverso immagini. Uno dei temi maggiori della
Bibbia è il rifiuto da parte di Dio di far costruire delle immagini da
adorare.
Nel secondo
comandamento Iddio ordina: "Non ti fare scultura alcuna né immagine... non ti
prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro" (Esodo 20:4-6). Alcuni
affermano che se si dovesse osservare letteralmente il secondo comandamento, non
si potrebbe avere neppure le foto delle persone care. La Bibbia ci spiega al
contrario, che le immagini proibite sono quelle cui offriamo un culto di
venerazione: "Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue,
e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure per
prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l'Eterno l'Iddio vostro (Levitico
26:1).
Altri dicono che questo
comandamento ha valore solo per le immagini pagane, ma invece vediamo
che:
a) Mosé spiegò agli
Ebrei, il popolo di Dio di quel tempo, e non ai pagani, che Dio non si era
mostrato quando parlava loro, appunto perché non facessero di lui alcuna
immagine: "Vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi
corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita" (Deuteronomio 4:15-16;
leggete anche i versetti 17-19).
b) Iddio lodò il re
degli Ebrei per aver distrutto un serpente di rame innalzato precedentemente per
suo chiaro ordine, ma non per venerarlo.
Molti anni dopo
averglielo fatto costruire, Dio ritenne opportuno distruggerlo perché si era
cominciato a venerarlo.
Altri ancora sostengono
che le immagini erano proibite soltanto durante il periodo dell'Antico
Testamento, e che siano accettabili ora che viviamo nel tempo del Nuovo
Testamento. A questi ultimi rispondiamo che anche il Nuovo Testamento parla
molto delle immagini, e sempre contro di esse, proprio come nell'Antico
Testamento. In uno degli ultimi brani del Nuovo Testamento leggiamo:
"Figlioletti, guardatevi dagli idoli" (1 Giovanni 5:21). "Perciò cari miei
fuggite l'idolatria" (1 Corinzi 10:14). Vedi anche 1 Corinzi 6:9; 10:7-14; Atti
7:39-42; 17:16-29; Romani 1:23; 1 Pietro 4:3; Apocalisse 2:14; 9:20; 21:8;
22:15.
La chiesa cristiana dei
primi secoli non usava immagini. Queste entrarono nelle chiese per uso
ornamentale alla fine del terzo secolo. Nel quinto secolo furono usate per
istruire, e in seguito considerate come sacre. Vennero poi accettate dal
Consiglio di Nicea nel 787 e da quello di Trento nel 1562 d.C.
Il fatto che la Bibbia
contenga non pochi, ma moltissimi passi che proibiscono le immagini, rende
chiaro che questo è un soggetto di grande importanza per Dio.
Chi vuole approfondire
leggendo tutti i seguenti versetti si renderà conto da sé stesso quanto sia
peccaminoso usare immagini: Salmo 115:4-9; Isaia 44:8-20: Geremia 10:3-16; Esodo
23:24; 32; 34:13; Levitico 19:4; 26:30; Numeri 33:52; Deuteronomio 5:8-9;
9:12-17; 16:21-22; 27:15; 2 Re 17:9-16; 2 Cronache 33:19,22; 34:3-4; Salmi
78:58; 97:7; 106:19-20; 135:15-18; Isaia 8:19; 10:10-11; 30:22; 31:6-7; 42:8-17;
45:20; 46:6-7; Ezechiele 16:17; 30:13; Daniele 3:1-18; Osea 11:2; 13:2-4: Michea
1:7; 5:12-13; Habacuc 2:18-20.
Dio ci ama e vuole
avere la nostra amicizia, la nostra comunione, la lode, l'onore, la venerazione
e l'adorazione. Egli dice di essere geloso dei nostri affetti. Come si sentirà
quando li rivolgiamo invece a una statua o immagine di un qualsiasi santo? È
altresì un'offesa grande affermare che Dio è meno compassionevole dei santi come
implica l'esempio comunemente usato dai cattolici.Essi dicono: "Un uomo
desidera un posto di lavoro in una certa fabbrica. Questi, non conoscendo il
direttore, si reca da suo zio che gli vuole bene e che è amico intimo del
direttore, ottenendo per mezzo di lui il posto ambito". Nell'esempio, i santi
sono paragonati allo zio che ci vuole bene, mentre Dio è raffigurato nel
direttore che non pensa neppure a noi. Questo pensiero è gravissimo. In verità è
Dio che ci ama e ci conosce, ed egli vuole che ci accostiamo direttamente a lui.
La Bibbia afferma: "Perché non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno (Cristo) che in
ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con
piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo
grazia per esser soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:15-16; vedi anche
Efesini 3:12).Quanto detto porterà ad una domanda:
Credono i cristiani evangelici nei
santi?
Sì. Noi cristiani
evangelici crediamo nei santi, ma nel modo in cui ne parla la Bibbia e ciò è
completamente diverso dal tradizionale concetto cattolico. Proprio perché li
crediamo cerchiamo di obbedire a quello che essi scrissero nella
Bibbia.
La Bibbia dice che
tutti i credenti sono santi, perché santificati per mezzo del sacrificio di Gesù
Cristo. La parola "santo" nel Nuovo Testamento viene usata per indicare i
credenti come gruppo e non per distinguere una persona dalle altre perché più
pura o perché fa miracoli, anche se alcuni li hanno fatti. Inoltre, noi non
preghiamo i santi e non offriamo loro venerazione, perché:
a) la Bibbia dice:
"Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca
4:8);
b) nella Bibbia non
troviamo nessun caso di qualcuno che lo abbia fatto, né nessuna indicazione che
bisogna farlo;
c) nella Bibbia
leggiamo che né gli uomini, né gli angeli di Dio permisero ad alcuno di
prostrarsi loro dinanzi, anzi risposero che bisognava prostrarsi solo davanti a
Dio: "E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai
piedi, e l'adorò. Ma Pietro lo rialzò dicendo: Levati, anch'io sono uomo!" (Atti
10:25-26). Vedi anche Atti 14:15 e Apocalisse 22:8-9;
d) i santi non possono
essere nostri mediatori davanti a Dio, perché abbiamo un solo mediatore: Gesù
Cristo. "Poiché vi è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede sé stesso quale prezzo di riscatto per
tutti" (1 Timoteo 2:5-6, Giovanni 16:26-27).
e) l'apostolo Paolo,
uno dei "santi", mostra chiaramente ai Filippesi che egli poteva essere loro di
aiuto soltanto vivendo (Filippesi 1:23-26).
Per rispondere
sull'argomento che i santi esaudiscano le preghiere facendo miracoli, ricordiamo
che ci sono due fonti di potere spirituale: Dio e le forze diaboliche. Dio dice
che non dobbiamo fare immagini. Quando i miracoli sembrano essere fatti dai
santi, e spingono le persone al culto di altri all'infuori di Dio, non possono
provenire da Dio. Inoltre, i miracoli vengono attribuiti lo stesso a coloro che
prima erano chiamati santi, ma che la stessa Chiesa Cattolica Romana adesso
afferma che non sono mai esistiti: Santa Filomena, per esempio, che fra l'altro
avrebbe guarito miracolosamente Papa Pio X. Recentemente altri santi sono stati
deposti.
Come si diventa santi
secondo la Bibbia, allora? Credendo in Gesù Cristo come Salvatore: "Noi siamo
stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta
per sempre" (Ebrei 10:10). Vedi anche Atti 26:18.
Da
dove nascono le differenze fra gli evangelici e la chiesa
cattolica?
La causa principale
delle differenze fra noi e i cattolici deriva dal fatto che i cristiani
evangelici accettano solamente la Bibbia come unica fonte per stabilire una
dottrina, mentre il cattolicesimo ad essa aggiunge la tradizione e le varie
decisioni della Chiesa Cattolica Romana.Anche in questi ultimi anni abbiamo
assistito a dei cambiamenti nell'ambito della Chiesa Romana. Il fatto di dire la
messa non più in latino, ma in italiano; di permettere la carne il venerdì; di
concedere una leggera colazione prima della "comunione"; ecc., pone in chiara
evidenza che questa Chiesa è suscettibile di cambiamento. Essa non può in ogni
tempo concordare in ogni punto con la Bibbia.Coloro che seguono la
tradizione non lo ammettono, ma nei secoli scorsi vi sono stati dei cambiamenti
in netto contrasto con l'insegnamento biblico, e per questo non possiamo
accettare ogni punto della dottrina cattolica romana.
Le ragioni per cui
accettiamo la Bibbia, anche quando essa diverge dalla tradizione opponendovisi,
sono le seguenti:
a) la Bibbia afferma la
sua ispirazione divina. "Ogni Scrittura è ispirata da Dio..." (2 Timoteo 3:16);
ispirazione accettata anche dalla Chiesa Cattolica Romana. Molte prove mostrano
che essa è veramente ispirata. Un esempio evidente sono le profezie adempiute;
b) la Bibbia afferma di
contenere tutto quello che è necessario per rendere perfetto il cristiano. Essa
dice: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto,
appieno fornito per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17). Non occorre perciò
aggiungere la tradizione;
c) nella sua seconda
lettera, l'apostolo Pietro dice che la Bibbia è più ferma di ciò che egli aveva
veduto e udito, perché scritta da uomini "sospinti dallo Spirito Santo" (2
Pietro 1:16-21).Perciò essa è più attendibile della tradizione umana. Il
Nuovo Testamento, è vero, parla di tradizione, ma sempre contro di essa. Gesù
ebbe a dire: "Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla
tradizione degli uomini... annullando così la parola di Dio con la tradizione
che voi vi siete tramandata" (Marco 7:8-13). Vedi anche Matteo 15:2-6; Colossesi
2:8; 2 Tessalonicesi 3:6; Galati 1:14.
d) alcuni sostengono
che la Chiesa Cattolica Romana sia la sola capace di interpretare la Bibbia.
L'apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché
esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose che egli insegnava
corrispondessero a verità (Atti 17:11). Se l'insegnamento di Paolo, apostolo e
testimone di Cristo, era subordinato alle Scritture (la Bibbia) molto di più
dovrebbe esserlo quello della Chiesa di oggi;
e) altri, appoggiando
la posizione della Chiesa Cattolica Romana, dicono che la Bibbia non contiene
tutto ciò che Gesù e gli apostoli insegnarono. Questo è vero, la stessa Bibbia
lo afferma; ma il fatto non autorizza a sostenere cose esplicitamente contrarie
a quanto scritto (Apocalisse 22:18-19; Marco 7:3-13). Abbiamo nella Bibbia tutto
ciò che basta per la nostra fede (Giovanni 20:30-31; 2 Timoteo
3:16-17).
È chiaro che le
differenze fra noi cristiani evangelici e la Chiesa Cattolica Romana vengono non
da interpretazioni diverse della Bibbia, o da Bibbie diverse, ma dall'aggiungere
la tradizione alla Bibbia per formare la dottrina cattolica romana.
Qual è la differenza più importante
fra i cristiani evangelici e i cattolici?
Noi evangelici seguiamo
l'insegnamento dato da Dio nella Bibbia a proposito della salvezza. Tutti siamo
peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati (Romani 3:23).Dio, nella sua
misericordia, ha provveduto questa salvezza nel suo Figliuolo, come dice il
Vangelo di Giovanni: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo
Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna" (Giovanni 3:16). Da soli non possiamo ottenere la salvezza. Infatti
sta scritto: "Poiché è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e
ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù d'opere, affinché nessuno
si glori" (Efesini 2:8-9). Nessuno sarà salvato per aver compiuto buone opere:
"Poiché per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto"
(Romani 3:20). Vedi Galati 2:16; 12-13; 5:4. Se fosse possibile essere salvati
obbedendo alla legge di Dio, la morte di Cristo sarebbe stata vana. La Bibbia
dice: "Se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto
inutilmente" (Galati 2:21).
Nella lettera ai Romani
leggiamo: "Non vi è distinzione; difatti tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio, e sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la
redenzione che è in Cristo Gesù; il quale Iddio ha prestabilito come
propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso" (Romani 3:22-25). Pentiti
dunque dei tuoi peccati. Cristo è morto personalmente per te
sacrificandosi sulla croce per la tua salvezza. Egli non ha pagato solamente per
il peccato "originale" ma per tutti i peccati. L'apostolo Giovanni scrive: "...
il sangue di Gesù suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7).
Come possiamo vedere, Cristo ha compiuto tutto per la nostra salvezza. Essa è
"un dono di Dio" (Efesini 2:8-9); tutto quello che dobbiamo fare è accettarlo.
Accettarlo significa accettare Cristo, il Figliuolo di Dio, perché la salvezza,
ossia la vita eterna, è in lui. La Bibbia afferma: "Chi ha il Figliuolo ha la
vita; chi non ha il Figliuolo di Dio non ha la vita" (1 Giovanni
5:12).
Accettare Cristo
significa credere che quando morì sulla croce egli pagò per la tua personale
salvezza. Giovanni, l'apostolo amato da Gesù, scrive ancora: "A tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli (Cristo) ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio;
a quelli, cioè che credono nel suo nome" (Giovanni 1:12). L'apostolo Paolo,
avendo sperimentato nella propria vita questa grande salvezza, scrive:
"Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo,
nostro Signore (Romani 5:1).
Oggi stesso, con un
semplice sincero atto di fede tu puoi essere salvato; Gesù dice: "colui che
viene a me, io non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37).
Avete la messa come la chiesa
cattolica?
Abbiamo la santa cena o
comunione, ma questa non è la messa. La forma esteriore della messa recentemente
si è avvicinata molto a quella della santa cena, ma le differenze dottrinali
sfortunatamente sono rimaste. La dottrina cattolica romana della messa,
stabilita dal Concilio di Trento, afferma che essa è un sacrificio propiziatorio
che viene offerto per espiare i peccati dei viventi e dei morti in Cristo.
Questo non possiamo accettarlo, perché la Bibbia insegna chiaramente che Cristo
ha offerto sé stesso: "un unico sacrificio per i peccati" (Ebrei 10:12; vedi
anche Romani 6:9-10), e che non vi è bisogno di ulteriori sacrifici perché
"questo egli ha fatto una volta per sempre quando ha offerto sé stesso" (Ebrei
7:25-27; 9:22,25-28).Quindi non possiamo rinnovare il suo sacrificio per
aiutare le povere anime del purgatorio. Notate bene che la Bibbia non parla
affatto di purgatorio. Inoltre, fatto molto importante, la necessità di ripetuti
sacrifici dà l'idea che il sacrificio di Cristo non sia stato sufficiente per la
espiazione dei nostri peccati, ma che necessiti contribuire ad essa con numerosi
altri sacrifici complementari. Dio afferma, al contrario, che il sacrificio di
Cristo non può essere ripetuto perché è sufficiente per tutti i tempi per la
remissione dei nostri peccati: "E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle
loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta
per il peccato" (Ebrei 10:17-18).
La Bibbia insegna che
"Il sangue di Gesù ... ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7). Accanto
alla teoria del sacrificio giornaliero di Cristo, c'è la tradizione cattolica
secondo la quale la sostanza del pane e del vino viene cambiata effettivamente
nel corpo e nel sangue di Cristo.Il miracolo viene chiamato
transustanziazione. Questa tradizione si introdusse nella Chiesa circa il 380
d.C.. Divenne dogma di fede nel 1215 ed i cattolici cominciarono ad
inginocchiarsi davanti all'ostia nel 1226.La Chiesa, accettando questa
tradizione, cerca di sostenerla con le parole di Gesù: "Questo è il mio corpo",
ma queste parole non insegnano che il pane subisce un cambiamento diventando
letteralmente carne di Cristo. Gesù, dopo aver detto "questo è il mio corpo",
chiama il pane nello stesso brano per ben tre volte "pane" (1 Corinzi 11:24-28).
Lo stesso pensiero troviamo riguardo al vino, il quale viene chiamato "frutto
della vigna" (Marco 14:25), quando invece avrebbe dovuto già essere stato
cambiato in sangue. Così per poter interpretare letteralmente le tre volte che
viene chiamato pane, è necessario interpretare figurativamente le parole "Questo
è il corpo" nello stesso modo in cui interpretiamo le parole di Cristo: "io sono
la porta".
Nella messa non avviene
alcun cambiamento, mentre nei miracoli di Cristo ciò era evidente. Quando per
esempio Cristo cambiò l'acqua in vino, fu chiaro a tutti che non si trattava più
d'acqua, ma di vino (Giovanni 2:9-10). Questo cosiddetto cambiamento è
impossibile anche perché Cristo si trova corporalmente in cielo nell'età
presente.Ciò viene spiegato da Pietro in Atti 3:21 e riaffermato in Ebrei
10:12: "Questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per
sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio". Cristo insegnava ai suoi
discepoli di fare la santa cena in ricordo di lui: "Fate questo in memoria di
me" (1 Corinzi 11:24).
Come mai i pastori evangelici si
sposano?
La Bibbia dice con
molta chiarezza che sposarsi non è proibito per coloro che vogliono piacere a
Dio. Anzi, essa specifica: "Bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di
una sola moglie ... e tenga i figliuoli in sottomissione" (1 Timoteo
3:2).
Inoltre, l'atto
sessuale fra due persone sposate non è peccato (1 Corinzi 7:1-5). In questo
passo, ai coniugi viene comandato: "Non vi private l'uno dell'altro" e che
ciascuno doni il proprio corpo al proprio coniuge. In Efesini 5:22-23 Dio
sceglie la relazione fra marito e moglie come esempio della sua relazione fra i
credenti, dicendo che la moglie deve essere soggetta al marito come la Chiesa è
soggetta a Cristo, e che il marito deve amare la moglie come Cristo ha amato la
Chiesa e ha dato sé stesso per la sua purificazione. Poi, aggiunge che come il
credente è membro del corpo di Cristo, marito e moglie "diventeranno una stessa
carne".
È vero che chi non è
sposato è più libero per svolgere l'opera di Dio, ma è anche vero che Dio dice:
"È meglio sposare che ardere" (1 Corinzi 7:9).Pietro, secondo la Chiesa
Cattolica Romana, era vescovo e primo Papa, però la Bibbia dice che era sposato
(Matteo 8:14; 1 Corinzi 9:15). Questo mostra chiaramente che il celibato del
clero non è un comandamento di Dio. Esso fu imposto al clero da alcuni sinodi
(Elvira, Orange, Arles, Agde, Toledo) e dal Concilio Lateranense del 1139. Fu
una decisione sbagliata perché molti preti non riescono a vivere tutta la vita
senza il rapporto sessuale, e Dio considera le relazioni tra persone non sposate
come peccato estremamente grave (1 Corinzi 6:9-10,18; Atti 15:28-29; Apocalisse
21:8). I poveri preti che non riescono a resistere e cadono in peccati sessuali
hanno una più severa condanna da Dio e scandalizzano molti. Oggigiorno la grande
maggioranza dei preti vorrebbe essere libera di sposarsi, ma finora questa
decisione sbagliata, presa tanti secoli fa, non è ancora stata corretta. Forse
perché solo i Papi hanno autorità di cambiare questa regola della Chiesa
Cattolica Romana, e di solito essi sono molto vecchi!
Non stiamo dicendo che
tutti i preti e tutti i pastori devono sposarsi, ma che sposarsi o no deve
essere una decisione personale, conforme all'insegnamento della
Bibbia.Infatti, l'apostolo Paolo non era sposato, ma Pietro
sì.
Credete in Maria?
Sì, crediamo in tutto
quello che la Bibbia dice di Maria, ma respingiamo quanto aggiunto dalla
tradizione cattolica. Non preghiamo Maria perché la Bibbia insegna: "Adora il
Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto" (Luca 4:8). I sostenitori
del culto mariano affermano la necessità di pregare Maria perché tutto quello
che ella chiede a Cristo le viene concesso. Nella Bibbia non troviamo mai che
qualcuno sia andato da Gesù o si sia rivolto a Dio per mezzo di Maria. Leggiamo
invece: "C'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo
Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5). Gesù stesso disse: "Io sono la via, la verità e la
vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).
Si cominciò a pregare
Maria verso la fine del quarto secolo dopo Cristo, ma certamente se ella fosse
stata ancora vivente, non lo avrebbe permesso. Da pia donna qual'era non avrebbe
accettato l'onore e l'adorazione che appartengono solo a Dio.Ogni "madonna"
ha particolari capacità che non sono quelle di Maria. L'una guarisce gli
ammalati, l'altra protegge dalla lava del Vesuvio e un'altra ancora protegge i
pescatori. Non è nostra intenzione parlare di questi culti che non hanno niente
a che fare con Maria, che è sempre la stessa e conserva sempre le medesime
capacità.
Parliamo piuttosto di
Maria, madre di Gesù. Ella non fu concepita senza peccato. Infatti, dopo la
nascita di Gesù, la troviamo nel tempio per offrire un sacrificio per la sua
purificazione (Luca 2:22-24), proprio come facevano tutte le donne ebree
(Levitico 12). Inoltre, nella sua preghiera di ringraziamento per essere stata
prescelta come madre di Gesù, Maria chiama Dio: "mio Salvatore" (Luca 1:46-47).
Se ella fosse stata concepita senza peccato, che bisogno aveva di un
salvatore?
La Chiesa Cattolica
Romana insegna ancora di chiamare Maria "Madre di Dio", espressione questa, mai
usata nella Bibbia. Infine, se Maria fosse "Madre di Dio", dovremmo concludere
che la creatura sia madre del Creatore cioè di colui che è sempre esistito
(Genesi 1:1; Giovanni 1:1-3,14). La Bibbia insegna che Maria è madre della
natura umana di Cristo, in quanto egli, nella sua natura divina, esiste in
eterno (Giovanni 8:57-58).
La Bibbia ci dice in
maniera chiara che Maria era vergine alla nascita di Cristo (Isaia 7:14; Matteo
1:18-20; Luca 1:27-35). Però non abbiamo nessuna prova che ella sia rimasta
sempre vergine. Anzi Maria, che era obbediente alla volontà di Dio sapeva
benissimo che Iddio non desidera che le persone sposate restino vergini. Infatti
ci è detto nella Bibbia che Giuseppe e Maria si "conobbero" dopo la nascita di
Gesù. Dire che Maria sia rimasta vergine per tutta la vita, non è affatto
onorarla, ma è come dire che Maria non faceva la volontà di Dio.La Bibbia,
inoltre, parla spesso dei fratelli di Gesù. Nel Vangelo di Matteo leggiamo: "Non
è questi il figliuolo del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i
suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?..." (Matteo 13:55-56).
Alcuni cattolici usano
un ragionamento complicato e fra l'altro dicono che i fratelli di Cristo erano
in realtà cugini. Questo ragionamento si conclude affermando che uno dei
fratelli fu uno dei dodici Apostoli. La Bibbia invece dice il contrario:
"Neppure i suoi fratelli credevano in lui" (prima della risurrezione) (Giovanni
7:5). Inoltre, la donna, che secondo questa teoria sarebbe la madre dei fratelli
di Gesù, cioè non Maria, era ancora viva ed era seguace di Gesù alla morte del
Signore. Ma in tutta la Bibbia non troviamo mai i fratelli con questa donna. Li
troviamo invece sempre con Maria, madre di Gesù (Matteo 12:46; 13:55-56; Marco
3:31; 6:3; Luca 8:19; Giovanni 2:12).Altri cattolici, resisi conto
dell'inconsistenza della "teoria dei cugini", sostengono che si parla di
fratelli spirituali, e non di parenti per legame di sangue. L'apostolo Giovanni
dice però: "neppure i suoi fratelli credevano in lui" (Giovanni 7:5). Se non
credevano, non potevano essere fratelli spirituali. La Bibbia, infine, fa sempre
distinzione tra i fratelli spirituali di Gesù (i discepoli) e suoi fratelli per
diritto di sangue.
Sul fondamento
inconsistente della perpetua verginità di Maria, nel corso dei secoli i filosofi
hanno costruito una grande torre di favole. Di queste idee, che cercano di
attribuire a Maria le prerogative e l'onore che appartengono solo a Dio, non si
trova traccia nella Bibbia né in altri libri di quel periodo.Nella Bibbia
troviamo invece che Cristo non permise che si desse a Maria altro onore
all'infuori di quello di aver creduto in Dio e di aver ricevuto da lui la
benedizione di divenire madre di Gesù: "Or avvenne che, mentre egli diceva
queste cose, una donna di fra la moltitudine alzò la voce e gli disse: Beato il
seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti! Ma egli disse: Beati piuttosto
quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!" (Luca 11:27-28). Vedi anche
Matteo 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 1:42-45.
Quando diamo a Maria
ciò che è dovuto a Dio, non onoriamo Maria. Il solo modo di onorarla è di
credere in Gesù e obbedire all'ordine da lei stessa impartito ai servi durante
le nozze di Cana: "Fate tutto quello che egli (Gesù) vi dirà" (Giovanni
2:5).
Esiste il purgatorio?
La Bibbia non parla di
un luogo dove si può ottenere la purificazione dai peccati al di fuori di Cristo
Gesù. Chi rifiuta di credere in Cristo è condannato. Nel Vangelo di Giovanni
leggiamo: "Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna, ma chi rifiuta di credere al
Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui" (Giovanni 3:36).
(Vedi anche Apocalisse 20:15; Luca 16:19-31, soprattutto il versetto 26).Chi
accetta Cristo è completamente salvato: "Non v'è dunque ora alcuna condanna per
quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1); e ancora: "Non mi ricorderò più
dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17). (Vedi Giovanni 3:18;
Romani 5:8-11; Ebrei 10:14-18; Salmo 103:12).
Secondo il concetto
comune che il sacrificio di Cristo non basti a purgarci dei nostri peccati, un
grande peccatore come il ladrone crocifisso con Cristo avrebbe dovuto soffrire
molto tempo in purgatorio, ma invece Cristo disse: "Oggi tu sarai con me in
paradiso" (Luca 23:43).Se esistesse il purgatorio e le messe aiutassero a
fare uscire le anime dei sofferenti, i ricchi avrebbero un enorme vantaggio
pagando messe per abbreviare la pena; mentre i poveri, non avendo di che pagare,
dovrebbero affidarsi alla misericordia del prete, sperando che ogni tanto elevi
una messa per loro.Un ex prete affermava: "Se crediamo veramente che la
messa salva le anime dal fuoco del purgatorio, perché farsi pagare per farle
uscire?". Avrebbero aiutato anche un cane, diceva, se lo avesse visto tra le
fiamme, senza neppure pensare al guadagno.
L'idea di purgatorio
evidentemente è venuta dai pagani. Virgilio collocava le anime dei defunti in
tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi elisi per i buoni e un luogo di
espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).
Su
chi è fondata la Chiesa?
Pietro stesso spiega
che il capo della Chiesa è Cristo: "Egli è la pietra che è stata da voi
edificatori sprezzata, ed è divenuta la pietra angolare. E in nessun altro è la
salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli
uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati" (Atti 4:10-12).
Nel Vangelo di Matteo
leggiamo: "Ed egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro
rispondendo disse: tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio vivente. E Gesù
replicando disse: Tu sei beato Simone, figliuolo di Giona, perché non la carne e
il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io
altresì ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa"
(Matteo 16:14-18). La Chiesa Cattolica Romana, interpretando ciò asserisce che
"la pietra", cioè il fondamento della Chiesa è Pietro e sulla errata
interpretazione di questo passo fonda e giustifica il papato.
I cristiani evangelici
interpretano questo passo alla luce di altri brani della Bibbia che trattano lo
stesso soggetto. Nella Parola di Dio leggiamo: "Poiché nessuno può porre altro
fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù" (1 Corinzi 3:11; vedi anche 1
Pietro 2:4-8). Infine, Cristo stesso afferma di essere "la pietra" (Marco
12:1-11).Tornando al brano di Matteo 16:14-18, appare chiaro che "la pietra"
di cui Cristo parla non è Pietro ma la sua confessione di fede cioè Cristo
stesso. Infatti, Pietro dice: "Tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio
vivente".
L'idea del papato che
si fonda appunto sulla errata interpretazione di questo unico passo biblico, ha
acquistato importanza a poco a poco nel corso dei secoli. Quanto alla
infallibilità del papa, questo dogma venne sancito solo nel 1870, nonostante la
forte opposizione all'interno del cattolicesimo stesso. Che Pietro, primo papa
secondo la tradizione cattolica, fosse ben lontano dall'essere infallibile, ce
lo mostrano i seguenti passi biblici, in cui egli fu riprovato perché "era da
condannare": Galati 2:11-14; Matteo 26:69-75).
A
chi dobbiamo confessarci?
Quando i discepoli di
Gesù gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare", Egli insegnò a loro di
pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati:
"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi
il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo
rimessi ai nostri debitori." Sappiamo che "rimettici i nostri debiti" qua
significa "perdonaci i nostri peccati" perché nel Vangelo di Luca lo stesso
versetto dice esplicitamente: "perdonaci i nostri peccati" (Matteo 6:9-12; Luca
11:1-4).
È chiaro dunque, che
dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva la chiesa nei primi
secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu ammessa nella Chiesa
Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data già dei sacerdoti
avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando l'assoluzione,
pregavano Dio di rimettere i peccati.A sostegno della confessione al prete,
il clero cattolico cita le parole del Vangelo di Giovanni: "A chi rimetterete i
peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni
20:21-23). Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette
agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La
prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al
clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e
Salvatore.
Inoltre, fatto molto
importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che
avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione
di alcuno, ma predicarono l'evangelo, dicendo che solo in Cristo Gesù è
possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri
passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di
contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della
predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete.
Oltre ciò,
l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: "...
che nel suo nome (di Cristo) si predicherebbe ravvedimento e remissione dei
peccati" (Luca 24:45-48). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non
parlò mai di confessare i peccati ad un uomo.
Quanto detto porta con
sé un'inevitabile domanda: "Dobbiamo confessarci o no?" Sì, ogni vero cristiano
ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa confessione non va fatta
ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di rimettere i
peccati.L'apostolo Giovanni scriveva: "Se confessiamo i nostri peccati, egli
(Dio) è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità"
(1 Giovanni 1:9).
Conclusione
Caro amico, ti abbiamo
esposto il chiaro insegnamento della Bibbia. Dio ti invita ad accettare ora la
sua salvezza. Non continuare in un sistema che essendosi allontanato dalla
verità della Parola di Dio porta quelli che lo seguono ad un disastro
eterno.
Dio ti ama ed ha
provveduto per te la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Ti invita ad avvicinarti
a Lui per ricevere il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna. Prendi dunque
ora, in questo momento, la decisione di seguire Cristo e la sua Parola. Allora,
e solamente allora, la tua vita conoscerà la salvezza di Gesù e sarà in pace con
Dio

di Marco De Vivo - Ed. Centro Biblico, Giugliano
(Na)tratto da apocalypsesoon.org